martedì 18 marzo 2014

Magical Mystery Paul!


I bene informati affermano che Paul McCartney è morto nel 1966. Vasco Rossi invece che scuse ha?

Misteri! Paranormale! Alieni! Complotti!
Se anche voi siete affascinati da tali argomenti e volete sapere quali di questi abbiano in realtà una spiegazione perfettamente scientifica e razionale (spoiler: praticamente tutti), allora siete nel posto giusto!


Paul McCartney è morto nel '66, ma i Beatles in quattro e quattr'otto hanno trovato un sostituto uguale a lui, che canta e suona basso, chitarra, piano, ukulele e un sacco di altri stumenti come lui (da mancino, peraltro) e, en passant, ha scritto Hey JudeLet it BeHelter Skelter e una marea di altre canzoni.
Va beh, dai, è palesemente impossibile. Fine dell'articolo, arrivederci a fra due settimane.
Come? Cosa dite? Avete bisogno più roba da leggere per passare il tempo mentre fate finta di lavorare in ufficio? E va bene, vi racconto qualcosa di più, dai.

La leggenda della morte di Paul McCartney inizia nel 1969, quando il dj Russel Gibb racconta alla radio di aver ricevuto una telefonata in cui un ascoltatore di nome Tom rivelava che il vero Paul era morto in un incidente stradale, alle 5 di mattina del 9 novembre 1966. La più classica, fra le infinite varianti di questa storia, è quella che racconta di McCartney che lascia gli studios in auto dopo una lite con Lennon, carica un'autostoppista di nome Rita, che sulle prime non lo riconosce, ma appena si rende conto di essere in auto con un Beatle, inizia a dare di matto facendogli perdere il controllo della macchina e facendoli schiantare contro un camion.
Accorsi sul posto dopo essere stati chiamati dall'autista, gli altri Beatles e il manager della band, Brian Epstein, decidono di non rivelare nulla e di trovare un sostituto per Paul.
Nelle settimane successive, il cantante/bassista non si fa vedere in giro e nel frattempo si tiene un concorso per "sosia dei Beatles" (che ci fu davvero, ma era una cosa abbastanza frequente, all'epoca), grazie al quale viene selezionato un tale William Campbell, che, con qualche ritocco chirurgico, diventa uguale a Paul, tranne che per il fatto di essere più alto. Da qui la decisione di smettere di andare in tour, e di lavorare solo in studio. Col tempo, poi, Campbell avrebbe imparato a cantare e suonare come il vero McCartney, di cui starebbe ancora usurpando il nome a tutt'oggi, dimostrando un'abilità da vero agente segreto (o da vero giocatore di The Resistance).
Spinto dal rimorso, o forse dalla sua proverbiale ironia, John Lennon  disseminerà quindi tutta la produzione successiva dei Beatles di indizi che rivelino la sconvolgente verità.
Su internet trovate davvero centinaia di siti che li elencano tutti. Cercate Paul is dead (o anche solo PID) e potrete passare ore e ore a leggere tutte le più bizzarre teorie sull'argomento e a consultare elenchi di stranezze che svelerebbero la vera identità del falso Paul (chiamato comunemente Faul). Per non scontentare nessuno, mi limiterò a segnalare la voce su Wikipedia, e il più completo libro in italiano sull'argomento, giusto perché possiate farvi un'idea della mole di materiale di cui si parla. Allo stesso modo, non mi metterò a fare un certosino lavoro di debunking che hanno già fatto mille altre persone. Ciò che invece vorrei fare è citare alcuni temi ricorrenti, per evidenziare aspetti tipici di complottismi come questo:

1. La mano: 
Parto subito con l'indizio che mi piace di più: in svariate occasioni, si nota che sopra la testa di Paul c'è una mano, il che, in alcune tradizioni orientali, sarebbe simbolo di morte. Quindi, secondo i sostenitori della teoria, non può essere una coincidenza se questa simbologia appare così tante volte, no?


L'indizio è il mio preferito perché si parla con disinvoltura di antiche culture associate a questo gesto, senza che ce ne sia alcuna evidenza! In pratica è stato notato che questo particolare appare una decina di volte, fra le migliaia di immagini dei Beatles e qualcuno ha subito pensato di inventare una tradizione orientale che calzasse a pennello. È un fatto che non stupisce, visto che tale pratica viene usata spesso dai complottisti anche riguardo a svariati altri argomenti. È il caso del "merlo piccante" di cui si parla in questo divertentissimo video, in cui la leggenda viene parodiata davvero in modo piacevole.

2. Il tricheco: 
Stesso discorso vale per il tricheco, che in nessuna cultura nota viene associato alla morte, ma i sostenitori del PID non si fanno problemi ad affermare il contrario. Secondo loro, infatti, Lennon scrisse I am the walrus quasi a voler esorcizzare la tragedia, dicendo che avrebbe voluto morire lui al posto dell'amico, salvo poi svelare tutto in Glass Onion, in cui c'è l'evocativa frase: "here's another clue for you all/the walrus was Paul" (ecco un altro indizio per tutti voi/il tricheco era Paul).
Qui però c'è di più, perché evidentemente il fatto che il tricheco non avesse reali riscontri culturali, ha spinto qualcuno a trovare un'altra spiegazione all'enigmatica frase di John: una delle mille versioni della leggenda, infatti, racconta che l'incidente mortale provocò a Paul due lacerazioni al labbro che esposero i suoi canini proprio come le zanne dell'animale. Insomma: un indizio così bello non può andar sprecato, e di riffa o di raffa, il modo per infilarcelo dentro si trova sempre.

3. Le differenze fra Paul e gli altri: 
Questo è un indizio più serio, che fra l'altro mi sta molto a cuore perché mi dà la possibilità di dar sfoggio delle mie doti di grande fan e conoscitore del gruppo: Paul appare in qualche modo diverso dagli altri in molte foto ufficiali. Per esempio, ha un fiore nero all'occhiello nell'immagine che vedete in cima a questa pagina, cammina fuori sincrono e a piedi nudi sulla copertina di Abbey Road, è su sfondo rosso su quella di Let it Be, è di profilo in quella di Revolver ed è di spalle sul retro di Sergent Pepper's  Lonely Hearts Club Band. Ovviamente, tutto ciò è stato interpretato come una chiara distinzione fra lui, morto e gli altri tre, vivi. Personalmente, credo che la vera causa di tutto ciò sia molto più semplice e pratica: nel '66, Lennon era molto scosso dalle minacce di morte ricevute dopo aver detto che i Beatles erano più popolari di Gesù, e stava (forse proprio per questo) iniziando ad abusare di LSD. Questi fattori gli fecero perdere il ruolo di leader del gruppo, che naturalmente passò a Paul (che non aspettava altro). I Beatles in quel periodo rischiarono davvero di sciogliersi. I contrasti fra Lennon e McCartney e l'insoddisfazione di Harrison, che poi avrebbero portato alla fine del gruppo tre anni dopo, iniziavano a palesarsi. In particolare, George era davvero intenzionato a uscire dal gruppo e fu solo la bravura del loro manager Brian Epstein (su cui è stata scritta anche una bella graphic novel) a impedire che ciò accadesse. Da questo momento in poi, fu Paul a caricarsi sulle spalle il gruppo, cercando di portare avanti il progetto quasi da solo, scrivendo la maggior parte delle canzoni degli ultimi album e prendendo la maggior parte delle decisioni su tutto. Il fatto di essere in risalto in modo così palese sulle copertine di alcuni dischi (a parte l'essere fuori sincrono su Abbey Road: in quel caso probabilmente è solo perché è mancino), secondo me, potrebbe essere semplicemente un segno del fatto che voleva essere messo in evidenza rispetto agli altri. D'altronde, negli anni, ha sempre dimostrato un carattere forte e autoritario.
Riguardo invece alle centinaia di microindizi presenti altrove, beh... Credo che veramente si possa trovare di tutto, volendo avvalorare una determinata tesi. Addirittura, esiste un articolo su internet che dimostra, usando gli stessi indizi nei dischi, che sono morti gli altri Beatles (Ringo addirittura due volte) e che l'unico vivo è proprio Paul! Lo trovate (in inglese) qui!
Anche l'assenza del gruppo dalle scene nei mesi successivi al supposto incidente, credo sia stata causata principalmente dai contrasti interni al gruppo, mentre la decisione di non esibirsi più dal vivo fu dettata dall'impossibilità di ricreare sul palco i suoni sempre più complessi dei dischi più recenti, dallo stress causato dalla Beatlemania (che li costringeva ad andare in giro mascherati per non farsi riconoscere) e, non ultimo, dal casino infernale che faceva il pubblico, le cui urla sovrastavano la musica.

Per concludere: 
A onor del vero, va detto che esiste un'inchiesta di Wired in cui sono state analizzate le foto di McCartney prima e dopo il supposto incidente e risulterebbero appartenere a due persone diverse. Questo ha lasciato sconcertati gli stessi autori dell'articolo, che erano convinti che il loro lavoro avrebbe smentito la leggenda e invece si sono ritrovati con alcune prove che la rinforzano. Personalmente non so cosa dire sulla questione: è possibile che Paul si sia fatto sostituire da un sosia in occasione di alcuni eventi, per evitare la ressa e la fatica della sua vita da star? E se l'avesse fatto, perché non dirlo? È possibile che le foto siano state ritoccate all'epoca per qualche motivo? È possibile che si siano deformate? Oppure è tutto vero e il McCartney di oggi è realmente un impostore?
Quello che posso dire io è che, se anche per assurdo si fosse riuscita a trovare una persona fisicamente uguale a un'altra, e che sapesse anche suonare e cantare al livello di uno dei maggiori geni musicali dell'epoca moderna, perché tale persona avrebbe dovuto dare gloria e onore a un nome non suo? Dopotutto, il Paul pre-incidente, avrebbe scritto Yesterday, è vero, e anche altre belle canzoni come ad esempio All my loving, ma quello post-incidente avrebbe fatto tantissimo di più! In quasi cinquant'anni di carriera avrebbe scritto decine di capolavori entrati nella storia della musica. Un uomo in grado di fare tutto ciò, perché dovrebbe usare il nome di uno che ha fatto molto, molto meno? Perché non dovrebbe affermare la propria reale identità? Inoltre, perché nessuno dei suoi vecchi amici o parenti ha mai reclamato nulla, scritto un libro o altro? E perché i genitori, la fidanzata e la famiglia del vero Paul avrebbero dovuto accettare che un impostore entrasse a far parte delle loro vite?
Certo, non possiamo entrare nella testa delle gente, quindi nessuna di queste domande può essere considerata una prova della falsità della leggenda, ma davvero, se c'è una storia che necessita di accettare un'incredibile quantità di affermazioni bislacche per diventare credibile, è proprio questa. Possiamo proprio dire che fa acqua da tutte le parti.
Ci vorrebbe uno Yellow Submarine!

In The Resistance , ognuno dei giocatori riceve una carta segreta raffigurante un Ribelle (squadra blu) o una Spia (squadra rossa).  A inizio partita c'è una breve fase in cui tutti i giocatori tengono gli occhi chiusi e solo le spie possono aprirli per riconoscersi. Da questo momento in poi, dovranno infiltrarsi nelle missioni dei Ribelli e farle fallire. Il gioco si svolge con un sistema di votazioni palesi e nascoste che permettono di dedurre l'identità dei giocatori. Essendo tutto basato su dialogo e la diplomazia, la capacità di bluffare è molto importante.

2 commenti:

  1. Per il link che quattrocentoquattra, hai provato con https://archive.org/?
    Alla voce Wayback Machine?

    RispondiElimina
  2. Allora, non mi lasciava vedere l'articolo neanche da lì, ma almeno mi ha mostrato il titolo esatto e l'autore, quindi alla fine sono riuscito a trovarlo :)
    Link inserito nell'articolo!

    RispondiElimina