Sapevate che l'affondamento del Titanic era stato previsto molti anni prima nei minimi dettagli? Sapevate che cose simili possono succedere tutti i giorni?
Misteri! Paranormale! Alieni! Complotti!
Se anche voi siete affascinati da tali argomenti e volete sapere quali di questi abbiano in realtà una spiegazione perfettamente scientifica e razionale (spoiler: praticamente tutti), allora siete nel posto giusto!
14 aprile 1912: durante il suo viaggio inaugurale, la più grande e tecnologica nave mai costruita dall'uomo fino a quel momento, considerata inaffondabile per via dei suoi sedici compartimenti stagni che si sarebbero chiusi automaticamente a contatto con l'acqua (il costruttore garantiva che la nave avrebbe galleggiato anche se se ne fossero riempiti cinque, avvenimento considerato impossibile), urta un iceberg e cola a picco in un paio d'ore, causando la morte di 1518 persone.
Tutti hanno sentito parlare del Titanic, ovviamente: libri, film, fumetti e programmi televisivi si sono occupati in lungo e in largo di questa tragedia, balzata agli onori della cronaca forse proprio per il contrasto fra la supponenza degli armatori e la velocità con cui si inabissò nelle gelide acque dell'Atlantico (dove si trova tuttora).
I dettagli del disastro sono ben noti e facilmente reperibili con una semplice ricerca su internet.
Quello di cui mi vorrei invece occupare in questo articolo è il racconto Futility di Morgan Roberson, scritto quattordici anni prima del disastro, in cui si parla di un naufragio simile, con protagonista una nave chiamata Titan. Il fatto è che tale racconto è opera di fantasia e il Titan è esistito solo nella mente del suo autore! Vorrei quindi prenderlo come esempio di precognizione su cui fare un piccolo debunking.
Iniziamo a vedere le analogie fra i due avvenimenti:
I dettagli del disastro sono ben noti e facilmente reperibili con una semplice ricerca su internet.
Quello di cui mi vorrei invece occupare in questo articolo è il racconto Futility di Morgan Roberson, scritto quattordici anni prima del disastro, in cui si parla di un naufragio simile, con protagonista una nave chiamata Titan. Il fatto è che tale racconto è opera di fantasia e il Titan è esistito solo nella mente del suo autore! Vorrei quindi prenderlo come esempio di precognizione su cui fare un piccolo debunking.
Iniziamo a vedere le analogie fra i due avvenimenti:
- Innanzitutto, la prima cosa che balza all'occhio è il nome delle due imbarcazioni: Titan quella inventata, Titanic, quella reale;
- Il Titan era lungo 243 metri, il Titanic 269;
- Entrambe le navi erano costruite in accaio, avevano tre eliche e due alberi;
- Il Titan aveva 19 compartimenti stagni, il Titanic 16. Entrambe erano, per questo motivo, ritenute inaffondabili;
- Entrambe potevano trasportare circa 3000 passeggeri;
- La stazza lorda del Titan era 46328 tonnellate, quella del Titanic 45000;
- Sul Titan c'erano 24 scialuppe di salvataggio, sul Titanic 20. In entrambi i casi erano insufficienti;
- Il TItan viaggiava a 25 nodi al momento dell'incidente, il Titanic a 22,5;
- In entrambi i casi era aprile (nel racconto non è specificato il giorno), l'orario era intorno a mezzanotte e lo scafo colpì l'iceberg a prua, lateralmente;
- In entrambi i casi si trattava della rotta fra New York e l'Inghilterra, anche se le due navi procedevano in senso opposto. Il punto di impatto del Titan è stimato a poche centinaia di miglia da quello del Titanic;
- Entrambe le navi erano proprietà di ditte di Liverpool, con uffici a Manhattan, controllate da azionisti statunitensi.
Impressionante, vero? Come si può spiegare un tale numero di somiglianze senza ricorrere a premonizioni extrasensoriali? Forse una spiegazione c'è (no, non è quella che pensate voi: Robertson non ha sabotato la nave per far andare tutto come nel romanzo): lo scrittore era esperto di racconti di mare, con alle spalle oltre dieci anni trascorsi nella marina mercantile, e conosceva molto bene l'argomento. Il Titan doveva essere il più grande piroscafo mai costruito, quindi gli diede dimensioni e peso enormi, ma verosimili. Stesso discorso per la stagione: Robertson sapeva bene che il periodo dell'anno in cui è più probabile una collisione con un iceberg è aprile, per via dell'innalzamento delle temperature che scioglie i ghiacci artici, così come sapeva che la zona in cui è più probabile trovarli è proprio quella. Anche riguardo al punto di impatto, era a conoscenza del fatto che fosse uno dei più probabili e, soprattutto, rovinosi (avesse colpito l'iceberg di punta, sarebbe probabilmente arrivato a destinazione, pian pianino e col muso schiacciato). Riguardo alle scialuppe, poi, volendo scrivere un racconto di denuncia sulla sicumera con cui i costruttori dichiaravano inaffondabili le loro navi, non è strano che avesse scelto di imbarcarne troppo poche. Ma, come dicevamo, l'autore conosceva bene il mondo nautico e tale sicumera si rivelò poi tragicamente reale quattordici anni dopo. A onor del vero, va detto che lui fece annegare praticamente tutti, mentre sul Titanic si salvarono circa 700 persone.
Resta l'interrogativo più inquietante: perché i due nomi sono così simili? Beh, una possibile risposta arriva sempre dalla precisione di Robertson. La compagnia che aveva costruito il Titan, infatti è smaccatamente ispirata alla White Star (e ciò spiega anche le coincidenze dell'ultimo punto), che sei anni prima di Futility, aveva annunciato la costruzione della nuova nave Gigantic, che sarebbe stata la più imponente mai realizzata (non a caso il Titan ha molte similitudini anche con quella). Si consideri che la White Star aveva già realizzato l'Oceanic (1871), il Britannic (1874), il Teutonic (1889), il Majestic (1889) e molte altre. Non stupisce, quindi, che Robertson abbia voluto utilizzare un nome ancora "libero", togliendo le lettere finali per evitare riferimenti troppo espliciti (era pur sempre un'opera di fantasia in cui la nave faceva una bruttissima fine). Certo, il fatto che sia stato proprio il Titanic, e non per esempio l'Olympic a naufragare in modo così simile al racconto, è senz'altro una coincidenza affascinante, ma non per questo impossibile.
Più in generale, le coincidenze esistono e la nostra vita ne è piena. Ciò che rende incredibili alcune di esse è il fenomeno dell'attenzione selettiva, di cui abbiamo già fatto cenno, ma ciò non le rende particolarmente misteriose, né, tantomeno, impossibili.
Alcune volte, come abbiamo visto in questo articolo, hanno una spiegazione. Anzi, spesso è proprio il fatto di aver notato l'apparente coincidenza a far progredire la scienza: penso ad esempio al profilo orientale delle Americhe e della Groenlandia paragonato a quello occidentale dell'Africa e dell'Europa. Per anni i detrattori della teoria della deriva dei continenti si ostinarono a ritenerla una coincidenza, ma in realtà fu proprio da lì che si partì per scoprire la tettonica a placche.
Altre volte, però, le coincidenze sono davvero tali: per esempio, appena ho finito la prima stesura di questo articolo, sono salito in macchina e dopo pochi istanti è partita questa canzone. In realtà l'avrei vista come una coincidenza anche se l'avessi sentita al ritorno, o qualche giorno dopo l'uscita dell'articolo: la canzone è nella chiavetta e in breve tempo mi ci sarei imbattuto comunque. Allo stesso modo, può per esempio succedere di pensare a una persona e incontrarla poco dopo. Semplicemente, durante la giornata accadono moltissimi eventi a miliardi di persone, ma tenderemo a ricordare quelli che ci colpiscono di più. Dopotutto, anche le eclissi totali di Sole derivano dal fatto che il diametro apparente di Sole e Luna coincidano e questo, a quanto se ne sa, è semplicemente un caso. Ce ne sono milioni di altri, anche se confesso che siano generalmente meno spettacolari.
Alcune volte, come abbiamo visto in questo articolo, hanno una spiegazione. Anzi, spesso è proprio il fatto di aver notato l'apparente coincidenza a far progredire la scienza: penso ad esempio al profilo orientale delle Americhe e della Groenlandia paragonato a quello occidentale dell'Africa e dell'Europa. Per anni i detrattori della teoria della deriva dei continenti si ostinarono a ritenerla una coincidenza, ma in realtà fu proprio da lì che si partì per scoprire la tettonica a placche.
Altre volte, però, le coincidenze sono davvero tali: per esempio, appena ho finito la prima stesura di questo articolo, sono salito in macchina e dopo pochi istanti è partita questa canzone. In realtà l'avrei vista come una coincidenza anche se l'avessi sentita al ritorno, o qualche giorno dopo l'uscita dell'articolo: la canzone è nella chiavetta e in breve tempo mi ci sarei imbattuto comunque. Allo stesso modo, può per esempio succedere di pensare a una persona e incontrarla poco dopo. Semplicemente, durante la giornata accadono moltissimi eventi a miliardi di persone, ma tenderemo a ricordare quelli che ci colpiscono di più. Dopotutto, anche le eclissi totali di Sole derivano dal fatto che il diametro apparente di Sole e Luna coincidano e questo, a quanto se ne sa, è semplicemente un caso. Ce ne sono milioni di altri, anche se confesso che siano generalmente meno spettacolari.
Il gioco di questa puntata è Riff Raff di Christoph Cantzler, che ci permette di vivere le insidie del mare in modo decisamente più divertente e spensierato.
Ah, per finire, stavo per dimenticare la risposta alla più importante e frequente domanda sul Titanic: sì, a quanto pare Jack si poteva davvero salvare!
Riff Raff è un gioco molto appariscente, contraddistinto da uno splendido albero di nave basculante al centro della scatola. I giocatori dovranno posizionare oggetti su tale albero (che si inclinerà di conseguenza) senza farli cadere. Il gioco è principalmente di destrezza, ma è anche importante scegliere in ogni turno la carta giusta da giocare, perché da essa dipendono il momento e il posto esatto del piazzamento.
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