mercoledì 29 ottobre 2014

I mille misteriosi misteri di Leonardo da Vinci


Pittore, scultore, ingegnere, architetto, scienziato, tartaruga ninja. Leonardo da Vinci per molti è stato il più grande genio della storia, e noi indaghiamo i suoi mysteri!



Misteri! Paranormale! Alieni! Complotti!

Se anche voi siete affascinati da tali argomenti e volete sapere quali di questi abbiano in realtà una spiegazione perfettamente scientifica e razionale (spoiler: praticamente tutti), allora siete nel posto giusto!



Se volessimo descrivere Leonardo da Vinci con una sola parola, non potremmo che usare questa:




Se invece ne avessimo a disposizione tante, beh, avremmo l'imbarazzo della scelta: da scienziato a musicista, da scultore a poeta, da anatomista ad architetto, il celebre artista ha raggiunto l'eccellenza in tutti i campi in cui si è cimentato. E questo, ovviamente ha generato miriadi di leggende su di lui e sui significati nascosti nelle sue opere. Per esempio, il suo quadro più famoso è il dipinto più celebre al mondo proprio per via del suo enigmatico sorriso, che ha conquistato tutti, da Napoleone che la teneva in camera a Ivan Graziani che ci ha scritto sopra una canzone bellissima (se non la conoscete ascoltatela, secondo me è un pezzo pazzesco).
Oh, ma scusate, della Gioconda abbiamo già parlato qui! Quindi parliamo delle altre sue opere, sempre prendendo come fonte principale il lavoro di Diego Cuoghi. Se volete approfondire questi argomenti andate senza remore sul suo sito.

Iniziamo dunque questa puntata parlando dell'altro grande dipinto di Leonardo, cioè l'Ultima Cena, conservata (male) presso il refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Anche su quest'opera sono stati versati fiumi d'inchiostro, soprattutto dopo che è stata citata nel Codice Da Vinci.



In breve, ecco ciò che sostengono Dan Brown e soci (per esempio Baigent, Leigh, Lincoln, Picknett e Prince, che se volete potete googlare perché io non ne ho voglia):



  • C'è un coltello a mezz'aria non impugnato da nessuno, che minaccia un apostolo (sulla sinistra, vestito di giallo) che infatti alza le mani in segno di resa;
  • L'apostolo a sinistra di Gesù (destra per chi guarda) ha un indice alzato verso il cielo e un'espressione parecchio minacciosa, come a volergli ricordare qualcosa;
  • Il discepolo alla destra di Gesù (sinistra per chi guarda), vestito in modo speculare al Cristo e con fattezze delicate e femminee, non è Giovanni, bensì Maria Maddalena, ovvero la sposa di Gesù tenuta nascosta dalla Chiesa per millenni. Forse questo è il significato della minacciosa mano che sembra volerle tagliare il collo;
  • Non c'è vino a tavola, segno che Gesù non ha sparso il suo sangue per i nostri peccati e quindi non è morto sulla croce, ma si è sposato con Maddalena e ha avuto con lei dei figli, provvisti quindi di Sang real (sangue reale). Questa discendenza sarebbe la verità nascosta dalla leggenda del Santo Graal.
Come già detto nell'altro articolo linkato sopra, però, quello che ad occhi moderni può apparire strano, per l'arte dell'epoca poteva essere normalissimo o addirittura canonico.

Per esempio, partiamo dal coltello "a mezz'aria": secondo il grande divulgatore (lol) Roberto Giacobbo, la mano sarebbe di Giuda, che a suo dire non sarebbe raffigurato fra gli apostoli perché Leonardo non avrebbe voluto infamare il modello che avesse prestato il suo volto per tale infame figura (eh sì, perché senza modello non sarebbe stato capace di disegnarlo, poverino). Quindi, secondo lui, l'apostolo barbuto vestito d'azzurro e con il sacchetto dei soldi in mano, invece di rappresentare Giuda come nel canone tradizionale di mille altri dipinti, qui sarebbe Giovanni, che altrove è invece sempre dipinto come giovane, bello e vagamente effeminato. In effetti qui c'è una figura che corrisponde a tale descrizione, e siede alla destra di Gesù, ma secondo Giacobbo si tratterebbe addirittura della Madonna. Sinceramente, sono tesi talmente tirate per i capelli che mi stupisco che il conduttore non identifichi l'uomo in mezzo coi capelli lunghi con Jeffrey Lebowsky.
In realtà, il pratico utensile è impugnato da Pietro, come già in moltissime altre opere sullo stesso tema (per esempio c'è nei dipinti di Giotto, Beato Angelico, Domenico Ghirlandaio e altri ancora), perché si rifà a un passo del Vangelo di Giovanni in cui si dice che l'Apostolo tagliò un orecchio al servo del sommo sacerdote con tale arma.
Come se ciò non bastasse, comunque, a fugare ogni dubbio abbiamo addirittura uno schizzo preparatorio di Leonardo, conservato alla Royal Library di Windsor, in cui si vede la posizione del braccio di Pietro.



Certo, a me risulterebbe un po' scomodo tenerlo così, però io mica sono il primo dei Papi, dopotutto.
Più in generale, fa rabbia vedere come certe tesi siano propinate nonostante i canoni stilistici, soprattutto in soggetti a tema religioso, siano arcinoti: il coltello è sempre tipicamente in mano a Pietro, mentre Giuda ha molto spesso il sacchetto delle monete. Ignorare questi fatti e inventarsi tesi arzigogolate per attribuire loro un significato diverso potrebbe essere segnale di ignoranza da parte del commentatore, ma molto più probabilmente è proprio malafede.

Va beh, comunque proseguiamo. Assodato che quello lì è proprio Pietro, veniamo all'enigma più celebre riguardo a questo dipinto, ovvero: chi è l'apostolo vestito come Gesù alla sua destra? Si tratta davvero di Giovanni o, come dicono in molti, della sposa di Gesù, Maria Maddalena?
Tralasciamo pure il fatto che se quella fosse Maddalena, allora mancherebbe Giovanni (per amor di ipotesi, diciamo che il Leonardo iniziato avrebbe sacrificato la figura dell'Apostolo per inserire quella della donna, visto che di certo non poteva piazzare nel refettorio di una chiesa un dipinto con un personaggio in più), però anche così è la tradizione a venirci in soccorso. Come abbiamo detto poco sopra, infatti, Giovanni è sempre ritratto con tratti molto dolci e quasi femminei (per esempio nella Crocifissione Gavari di Raffaello, Giovanni e Maddalena sono ritratti entrambi. Giudicate voi stessi lo stile), ma qui, inoltre, Leonardo disegna pari pari un passo del Vangelo, per l'appunto, di Giovanni:

"21 Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». 
22 I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. 
23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 
24 Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di', chi è colui a cui si riferisce?»"

Quindi il misteriosissimo gesto della minaccia alla gola, in realtà altro non è un comunissima mano sulla spalla usata, allora come oggi, per richiamare l'attenzione e i personaggi coinvolti sono chiarissimamente quelli citati nel passo biblico.
Vista sotto questa luce, non stupisce anche l'espressione dell'Apostolo con le mani alzate, come a discolparsi dicendo che non sarà lui a tradire.
D'altronde, giova ricordarlo ancora una volta, i committenti dei dipinti, soprattutto quelli sacri, erano (OVVIAMENTE) molto attenti a ciò che veniva in essi raffigurato. Ma davvero crediamo che un ordine religioso commissioni un'opera sulla vita di Gesù e non ne controlli ogni dettaglio, chiedendo conto di ogni eventuale anomalia??

Detto questo, proseguiamo veloci veloci. Cosa sta a significare il dito alzato, quasi a segno di monito? Anche qui la risposta è la solita: l'Apostolo col dito alzato è tradizionalmente San Tommaso (non serve che scriva perché, no?). Ma attenzione: quest'ultima risposta ha un punto debole, e cioè che anche altri personaggi di Leonardo fanno lo stesso gesto:

Per esempio, lo fa Sant'Anna in un altro disegno che molti definiscono bizzarro, cioè il Cartone di Sant'Anna (per l'appunto) conservato alla National Gallery. Qui, la Madonna tiene in braccio Gesù, che benedice San Giovanni, ma è a sua volta tenuta in braccio da sua madre.





Qui la teoria dei commentatori è molto semplice: la madre sta ricordando a Maria qualche mysteriosissimo segreto relativo a S. Giovanni, presente sulla destra (testimoniato proprio dal dito alzato a indicare qualcosa di misterioso), di cui parleremo più sotto perché qui i rimandi mysteriosi si incrociano di continuo.

Cosa sta quindi a significare questo gesto, in un contesto dove di certo non è l'incredulo Apostolo a sfoggiarlo, quindi? Beh, nell'Ultima Cena è comunque San Tommaso (come già spiegato è iconografia tradizionale), mentre altrove il gesto indica semplicemente il cielo (e Dio, ça va sans dire), come per esempio nel S. Giovanni Battista dello stesso Leonardo).

Tale dito alzato ricorre anche nell'Adorazione dei Magi (guardate il tizio dietro all'albero), ma riguardo a quest'opera i commentatori si sbizzarriscono dicendo che i protagonisti sembrano in procinto di assaltare la Vergine, e soprattutto che manca l'offerta di oro, il che starebbe a significare che Leonardo non credeva nell'origine regale (e divina) di Gesù.



Ok, notate niente, riguardo a questo dipinto? Vi sembra particolarmente rovinato?
No, il fatto è che è incompiuto, quindi che senso ha cercare un motivo esoterico per giustificare la mancanza di oro, in un quadro non finito? Ah, sì, certo. L'esoterico vende di più.
Il fatto che i personaggi circondino Maria e il bambino in modo così stretto (che siano minacciosi è soggettivo) è evidentemente frutto di istruzioni ben specifiche, se pensiamo che, dopo che Leonardo partì per Milano lasciando l'opera incompiuta, i frati la commissionarono nuovamente a Filippino Lippi, che disegnò una scena molto simile.

Ma torniamo all'Ultima Cena.
Ulteriore perplessità suscita l'osservazione secondo cui non ci sarebbe vino a tavola, a significare che Gesù non avrebbe realmente versato il proprio sangue per salvarci dai nostri peccati, ma avrebbe continuato a vivere e prolificare. Beh, qui la perplessità è data dal fatto che... Il vino c'è! Davanti a ogni Apostolo c'è un bicchiere più o meno pieno... A che pro negarlo? Boh...
Vero è che, come dice Graham Hancock che già abbiamo conosciuto parlando della Sfinge di Giza, sulla tavola non appare il calice del Graal, ma ciò si spiega perché la scena ritratta è, come detto, quella del Vangelo di Giovanni in cui Gesù annuncia l'imminente tradimento. E in tale particolare Vangelo, a differenza che negli altri tre, la consacrazione non è raccontata. Inoltre, come per altri fattori già visti, anche questa assenza è piuttosto comune nelle raffigurazioni dell'epoca: il Graal è presente nelle opere del nord Europa (da dove viene la sua tradizione, infatti), ma quasi sempre assente in quelle nostrane.

Proseguiamo dunque con l'altro quadro che tanto piace ai nostri amici pseudostudiosi, ovvero la Vergine delle Rocce conservata al Louvre (cioè quella a sinistra qui sotto), piena zeppa di particolari esoterici!



Per esempio, l'angelo Uriel, protettore di S. Giovanni, indica un bambino (identificato con Gesù), ma guardando Giovanni, mentre Maria tiene una mano molto minacciosa sopra la testa del cuginetto. Addirittura, i nostri fantasiosi commentatori arrivano a dire che se ci fosse una testa sotto la mano della Vergine, l'angelo starebbe facendo il solito gesto di taglio della gola (lol!).
Non a caso, a loro dire, nella versione della National Gallery (a destra), che è posteriore, Leonardo edulcorò questi dettagli e aggiunse anche le aureole ai bimbi (che tanto sono gratis).

Da tutti questi indizi schiaccianti (soprattutto quello della testa che non c'è, ma se ci fosse... Ahhh, se ci fosse, quante cose che ci direbbe), Picknett, Prince e soci deducono che Leonardo, da superiniziato segretissimo quale era, conoscesse verità nascoste circa la famiglia di Gesù (ovviamente, le stesse sussurrate da Sant'Anna a Maria).

Ma come stanno realmente le cose? Beh, a parte il fatto della testa che non c'è ma ci potrebbe essere, se solo qualcuno la disegnasse (scusate, ma questa idiozia non riesco proprio a levarmela dalla mente), l'enigma sta principalmente nell'identificazione dei due bambini. Secondo Dan Brown & friends, infatti, quello a destra sarebbe S. Giovanni, non a caso vicino al suo angelo protettore, mentre quello a sinistra sarebbe Gesù, che sta in ginocchio con espressione sottomessa rispetto al futuro Battista che lo benedice. Anche questa visione, ovviamente, viene vista come iniziatica ed esoterica, a ennesima riprova del fatto che Leonardo non credeva alla natura divina del Cristo, oppure che faceva parte della Chiesa di Giovanni, segreta e più pura rispetto a quella ufficiale perché non corrotta (peccato solo che le tradizioni che parlano di questa supposta corrente religiosa la attribuiscano al Giovanni Evangelista, non al Battista! Cari commentatori, siete distratti o fate gli gnorri sui particolari che non tornano??). Ancora una volta, comunque, ci tocca scrivere che nel canone iconografico, S. Giovanni è sempre quello più grande e con veste o cintura intorno ai fianchi, mentre Gesù è quello piccolo e nudo. Quindi tutto torna, il Battista è in ginocchio, Gesù lo benedice e nessun esperto di arte potrebbe avere dubbi sulla corretta attribuzione delle due figure. Fra l'altro anche l'ambiente e la scena non sorprendono perché in vari scritti apocrifi (per esempio, nel Protovangelo di Giacomo) si racconta di quando Giovanni fu nascosto in montagna con la madre per sfuggire a Erode e al suo incontro con Gesù e Maria, con tanto di angelo (Gabriele) a fare da spettatore.
Anche Sant'Anna, quindi, sta probabilmente solo guardando Maria con amore materno, oppure le sta dicendo segreti familiari di altro tipo, come per esempio "Ricordati di dar da mangiare al Bambino, eh? E smettila di farlo andare in giro nudo che fa freddo" o cose così.

Ma quindi, alla fine di questo articolo cosa ci resta?
Beh, tanti bei quadri interessanti, qualche nozione in più sui canoni stilistici del '400 e l'ennesima riprova che è facile imbastire tesi fantasiose sfruttando il fatto che la maggior parte dei lettori di certi libri non è esperta in materia e quindi si possono ignorare senza remore alcuni fatti che a uno studioso rendono tutto chiaro, cristallino e forse quasi banale.
Sperando comunque che questo post vi abbia fatto venir voglia di approfondire la complessità che sta dietro al patrimonio artistico italiano, mi concedo infine una piccola parentesi pubblicitaria e vi consiglio Florenza di Stefano Groppi, un gioco sicuramente altrettanto complesso, ma molto appagante per un appassionato. Noi di Post Scriptum abbiamo avuto la fortuna di lavorarci e devo dire che è forse il titolo che più mi ha dato soddisfazione, a livello professionale. Ultimamente è uscita la seconda edizione e... Beh, chissà che non contenga anch'essa qualche messaggio nascosto? :)

Florenza è un gioco gestionale che racchiude in sé alcune delle più classiche meccaniche del genere, come il piazzamento di lavoratori e l'amministrazione di azioni e risorse, inserendole in un contesto storico molto ben ricostruito. Il punto di forza del gioco è la possibilità di ingaggiare, per ottenere prestigio, 40 personaggi realmente esistiti, fra pittori, scultori, architetti e predicatori... Sperando che facciano un buon lavoro!

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