mercoledì 25 giugno 2014

L'arte del Mistero


Ci sono davvero UFO nei quadri? Cosa nasconde il sorriso della gioconda? Perché la Venere di Milo è vestita come mia sorella?

Misteri! Paranormale! Alieni! Complotti!
Se anche voi siete affascinati da tali argomenti e volete sapere quali di questi abbiano in realtà una spiegazione perfettamente scientifica e razionale (spoiler: praticamente tutti), allora siete nel posto giusto!



La mia ormai quasi decennale attività di gigolò editore di giochi mi porta spesso in giro per l'Europa. Di norma ne approfitto per mangiare delle immani schifezze piene di robe fosforescenti che gli autoctoni chiamano "cibo locale", ma quando posso non disdegno di visitare le città d'arte, con l'occhio sempre vigile, ovviamente, alla ricerca di mysteri.

Questo noioso preambolo autoreferenziale serviva per dire che sono appena stato a Parigi!
A Parigi di arte ce n'è parecchia, soprattutto all'interno di quel museone grosso grosso in cui ho scattato la foto che sta in cima a questa pagina, il cui unico scopo è far arrivare frotte di lettori. Ah, l'arte del marketing!

Beh, comunque, in mezzo a tutti quei capolavori, ho pensato che sarebbe stato carino scrivere un articolo sull'arte, in cui citare i più famosi casi di Oopart (di cui avevamo parlato anche qui) legati ai quadri antichi. Mi sono messo quindi a cercare su internet e ho subito trovato il meraviglioso sito di Diego Cuoghi che spiega tantissime cose in modo ottimo.
Tutto lavoro risparmato per me, dunque, però per i più pigri, ecco alcuni esempi che mi hanno colpito particolarmente. Se avete tempo, comunque, leggetevi tutto quello che c'è nel link, perché merita.

Iniziamo dunque dalla celebre Esaltazione dell'Eucarestia di Bonaventura da Salimbeni, molto famosa fra i cercatori di UFO nei dipinti antichi. Il quadro è conservato nella Chiesa di San Lorenzo in San Pietro, nel comune di Montalcino (il cui nome suscita in me questo effetto).



Il mistero qui, è sulla corretta interpretazione dell'immagine: il Padre e il Figlio stanno costruendo un modellino dello Sputnik oppure stanno cercando di sintonizzare la sfera MIVAR con cui osservano quello che succede sul nostro pianeta?


Lo Sputnik (quello vero)

La risposta è davvero molto semplice e ovvia. Prenderò in prestito le parole dello stesso Cuoghi per spiegarlo:
"Purtroppo il metodo seguito dai “cacciatori di UFO” non richiede assolutamente la minima conoscenza in campo storico-artistico. Basta prendere un libro con riproduzioni d'arte, meglio se opere precedenti al secolo XVII, e cominciare a ricercare in tutti i quadri i particolari strani, soprattutto a forma lenticolare, ovvero di "disco volante". In questo modo non è difficile trovare elementi che a prima vista appaiono bizzarri e si può dichiarare questo o quell'oggetto incongruo rispetto all'ambiente o all'epoca dell'opera d'arte, e quindi sicuramente "alieno" o "non identificato".
Nessuno di questi autori si preoccupa di documentarsi sul possibile significato simbolico di quegli strani elementi nell'arte di quel periodo, così li prendono per raffigurazioni realistiche di oggetti volanti non identificati visti dal vero. Come se un autore del '400 italiano o un anonimo pittore di icone bizantine avessero davvero potuto inserire in un dipinto a soggetto religioso qualcosa di non "canonico" e codificato. Chi sceglieva i soggetti e ne controllava puntigliosamente l'esecuzione era infatti la committenza (in molti di questi casi istituzioni religiose) che mai avrebbe permesso all'autore di rappresentare altro da ciò che era stato in precedenza concordato con precisi contratti, soprattutto nel caso di soggetti sacri che dovevano rispettare regole e dogmi ben definiti.
Chi sostiene le teorie sugli UFO nell'arte rinascimentale probabilmente si immagina quell'epoca come misteriosa e lontana, e vede i dipinti come uniche testimonianze criptiche delle esperienze o dell'immaginario personale degli artisti, liberi di esprimersi come meglio pareva loro. Esistono però archivi storici pieni di documenti ben conosciuti, di pugno di questi pittori o scultori e dei loro committenti: lettere, diari, fatture, inventari, contratti, suppliche, ingiunzioni, resoconti di viaggi, note di spese... e sono questi documenti che testimoniano cosa e come veniva dipinto e per chi."


In pratica: la sfera che vedete nel quadro è la raffigurazione dell'universo, con il Sole in alto al centro e la Luna in basso a sinistra, e le antenne sono due scettri. Sono raffigurazioni che vengono associate molto frequentemente al tema della Trinità.


Proseguiamo poi con un'altra opera descritta sullo stesso sito, ovvero una Crocifissione conservata nel Monastero di Decani, in cui appaiono due oggetti di chiarissima matrice extraterrestre, negli angoli in alto.


Sembrano davvero due navicelle aliene, in effetti. Per gli esperti d'arte, però, trattasi del Sole e della Luna. A dire il vero negli altri dipinti dell'epoca non sono disegnati così, ma l'interpretazione è inequivocabile perché sono molto frequenti nelle crocifissioni medievali, sempre in quelle posizioni e sempre con loro interno due personaggi rivolti verso il Cristo.
Peccato, perché la mia teoria che fossero in realtà l'Aliante Slittante a sinistra e la Regina delle Stelle a destra, secondo me era molto più suggestiva.

Terza figura presa da un'altra pagina del sito è questa, che come tutti potete vedere rappresenta LA MORTE NERA!



Ah, no, però è dorata, quindi deve essere qualcos'altro. E infatti è un'altra allegoria che rappresenta il mondo, spesso associato a immagini che, come questa, raffigurano la Fortuna.


Insomma, il discorso è molto semplice: in questi e in mille altri esempi, i pittori hanno usato simbologie note e usuali per raffigurare concetti astratti. Agli occhi di un uomo dei giorni nostri, senz'altro ricordano ben altro, ma ciò non significa che non siano stati spiegate in modo soddisfacente da parte degli storici dell'arte.
Godiamoci le emozioni che questi dipinti suscitano e lasciamo stare la fantastoria: dopotutto, se davvero gli UFO fossero stati così frequenti in quegli anni, perché le cronache non ne parlano e, soprattutto, dove sono ora?

Comunque, tornando a noi, il vero grande problema dell'articolo su cui mi sono basato è che non c'è neanche un esempio di opera esposta al Louvre, quindi mentre ero lì non potevo ammirarne nessuna coi miei occhi. Ma non mi sono perso d'animo e sono andato alla ricerca di particolari interessanti, imbattendomi in questo mysteriosissimo dipinto!
Cosa sono quei cerchi dorati perfettamente regolari sopra le teste dei personaggi, eh??? Qui ci nascondono qualcosa! Scandalo! Complotto!!!1!


Dischi volanti dorati spiano da vicino gli umani!

No, eh? Il mio scoop non vi convince? Va bene, allora passiamo ad altro e parliamo di un genio italiano molto, molto famoso. Anzi, secondo alcuni l'unico vero genio mai esistito perché ha sempre raggiunto l'eccellenza in tutti i (tanti) campi in cui si è cimentato.
Eh, sì, ovviamente stiamo parlando di Leonardo da Vinci, che oltre a essere stato pittore, scultore, architetto, ingegnere, scienziato e tartaruga ninja, secondo i soliti bene informati sarebbe stato anche massone, templare, illuminato, rettiliano, membro del Priorato di Sion e chi più ne ha più ne metta, e avrebbe per questo motivo infarcito i suoi dipinti di messaggi in codice. Il grande artista sarebbe stato a conoscenza di segretissimi segreti sulla vera natura di Gesù, sul Graal e su molti altri affascinanti  argomenti, per condividere i quali avrebbe disseminato le proprie opere di indizi (Vergine delle Rocce e Ultima Cena su tutte). La mole di studi mysteriosi svolta sui suoi quadri è impressionante, tanto che sto già raccogliendo materiale per una puntata tutta dedicata a lui, che posterò in occasione di una certa ristampa di un certo gioco che tanti attendono (acquolina, acquolina!!!).

Qui abbiamo giusto giusto lo spazio per dire due parole sul ritratto di Lisa Gherardini (sì, siamo sicuri che fosse lei. Ne abbiamo le prove):


Classe seconda B, il nostro amore è cominciato lì...

Anche in questo quadro si sono visti codici segreti e mysteriosi a bizzeffe: c'è chi ci legge lettere e numeri nascosti, chi ci vede dischi volanti. Secondo alcuni, invece la denuncia per sodomia ricevuta nel 1476 dimostrerebbe che Leonardo era omosessuale e quindi porterebbe all'ovvia e ineluttabile conclusione che si tratti di un suo stesso autoritratto in abiti femminili (fra parentesi, c'è anche chi invece smentisce con forza la tesi dell'omosessualità. A noi comunque non interessa, saranno ben stati fatti suoi).
Quello che però nessuno di costoro dice è che la Gioconda è il quadro più famoso del mondo e, come tale, è stato analizzato, osservato e studiato più di ogni altro. Come spesso accade in questi casi, ognuno ci può vedere quello che vuole. Il dipinto ha più di 500 anni, ormai, e nelle sue crepe si possono scorgere forme e simboli a bizzeffe, cercandole. Come spesso accade, è la pareidolia a far apparire nella nostra mente quello che nella realtà non c'è. Alcuni esempi in merito sono riportati qui.

E poi, che dire dell'enigmatico sorriso di Lisa su cui si sono scritti fiumi e fiumi di parole? Sinceramente, è una questione che mi ha sempre lasciato perplesso: o si trova un manoscritto di Leonardo che spieghi cosa gli passasse per la testa in quel momento, oppure come può un commentatore saperlo? Chissà, forse l'ha fatto proprio per suscitare curiosità e per aggiungere fascino a quella che in effetti sarebbe poi diventata l'Opera d'Arte per antonomasia.
Chissà se Leonardo ha mai immaginato che un giorno nel museo più famoso del mondo ci potessero essere ovunque indicazioni per arrivare a un singolo quadro, fra l'altro esposto in massima evidenza per facilitare l'accesso alla costante folla che arriva solo per vederlo, nonostante le migliaia di altre opere meravigliose esposte nelle sale lì accanto. Per intenderci, ecco una foto che ho fatto io:



Certo, i Francesi sono maestri nel valorizzare quello che hanno, ma anche lui di sicuro sapeva come fare a suscitare curiosità.

Il gioco consigliato in questa puntata non può che essere Fresco di Wolfgang Panning, Marco Ruskowski e Marcel Süßelbeck, in cui tutti i giocatori devono calarsi nei panni di antichi restauratori che riportano alla vita un ancor più antico capolavoro.

Fresco è un gioco la cui parte centrale è la pianificazione anticipata del turno. A partire dalla scelta dell'orario della sveglia per i propri lavoratori (farli alzare presto permetterà di scegliere tutto per primi, ma abbasserà il loro umore), i giocatori devono decidere anticipatamente come si muoveranno fra acquisti di colori, dipinti su richiesta e restauro vero e proprio dell'affresco. Anche nella fase di risoluzione delle azioni pianificate, c'è comunque spazio per altre decisioni da prendere.

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